DDL Editoria: è legge.
Con l’approvazione al Senato, dallo scorso 4 ottobre il DDL sull’editoria è legge. Nelle intenzioni del Governo la legge sarà un valido supporto a favore della pluralità di informazione; dalla legge infatti sono esclusi gli organi di stampa dei partiti.
Viene quindi istituito un fondo a cui sarà aggiunto un ulteriore finanziamento, per un totale di 100 milioni di euro, proveniente da un extra gettito previsto dal pagamento del canone RAI, più un contributo di solidarietà pari allo 0,1% del reddito annuo complessivo a carico delle concessionarie pubblicitarie per le TV e i periodici di stampa.
Con una apposita richiesta, i cui dettagli sono ancora da definire dai decreti attuativi, avranno accesso al fondo le TV a emittenza locale, le cooperative giornalistiche, gli enti senza fini di lucro che fanno attività editoriale, ed una serie di categorie editoriali finora svantaggiate come gli Editori di quotidiani e periodici rivolti a ipovedenti, Editori di quotidiani e periodici diffusi all’estero e associazioni di consumatori.
La novità più significativa della manovra è l’esclusione dei gruppi editoriali quotati in borsa (quindi tutti i maggiori gruppi editoriali italiani), delle TV private ad emittenza nazionale e degli organi di stampa, TV e Radio dei partiti.
La legge prevede, tra le altre cose, norme in merito allo sgravio fiscale per future assunzioni con contratto a tempo indeterminato per gli under 35 e particolari limiti agli stipendi dei funzionari del servizio pubblico radiotelevisivo.
Per accedere al fondo, si dovrà prestare particolare attenzione al numero di copie vendute che non dovranno essere al di sotto del 30% di quelle distribuite, per i quotidiani e periodici distribuiti a livello locale, e del 20% per quotidiani e periodici a livello nazionale; questo dettaglio, associato alla “anzianità” della società editrice, che non deve avere meno di due anni dalla sua fondazione, escluderebbe finalmente ulteriori contributi a tutte quelle testate “fantasma” create ad hoc, che finora hanno percepito denaro pubblico senza che nessuno abbia mai visto una loro copia in edicola.
Per accedere al contributo infine, vengono premiati in maniera particolare il taglio “digitale” della società editrice che ne fa richiesta (specialmente per gli editori di testate online) e gli investimenti in progetti innovativi.
Aspettiamo dunque i decreti attuativi per capire l’effettiva entità del fondo e le modalità di accesso ai finanziamenti. Vi terremo aggiornati.
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